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    Come omologare una special: I principali elementi di omologazione di un motociclo secondo la normativa europea


    Avete sempre sognato di costruirvi una special?
    Volete una moto unica - solo vostra - ma che sia anche regolarmente omologata
    e che vi permetta di circolare tranquilli? Vi spieghiamo come fare

    Trasformare la propria moto in una special è un sogno di molti appassionati.
    Si comincia con lo scarico, per togliere chili di peso e per dare una voce più bella alla nostra moto, quindi si passa a migliorare i freni o le ruote, perché a volte i costruttori per mantenere una quotazione competitiva risparmiano su determinati componenti che per noi sono vitali!
    Ma c’è anche chi “chopperizza” una semplice custom, con una forcella più lunga e un pneumatico posteriore più largo, arrivando a sostituire il telaio o a modificarne le quote fondamentali. Per non parlare di chi trapianta un motore su un altro telaio.
    Modifiche che in molti casi non si fanno per avere prestazioni migliori, perché oggi far andare più forte una race replica è difficile. Più spesso lo si fa per avere una moto personalizzata, un veicolo unico, tutto nostro.
    Peccato che anche la semplice modifica delle dimensioni dei pneumatici comporti la necessità di sostenere una nuova omologazione del veicolo, pena il sequestro del libretto da parte delle forze dell’ordine che dovessero accorgersi della differenza fra le misure montate e quelle riportate sul libretto. In questo caso ci sarebbe l’obbligo di rimettere la moto nelle condizioni originali sostenendo poi una visita di revisione e pagando una multa salata.
    Ovviamente una soluzione c’è: far omologare le modifiche effettuate.


    come omologare una special

    Vi sono due modalità per mettervi in regola:
    - Omologare la moto in Italia
    - Omologare la vostra moto all’estero

     

    Per molto tempo è andata per la maggiora la soluzione dell’omologazione straniera, in particolare tedesca, perché più rapida, meno rigida e (si diceva) meno costosa di quella italiana. Ma questa è ancora la scelta migliore?
    La scelta di omologare il proprio veicolo modificato in Germania è sempre stata quella preferita, sulla scorta di una ritenuta (ma non provata) minore severità dei controlli: preposto all’omologazione nel Paese teutonico è il TUV, ente privato, cui l’Unione Europea ha commissionato negli anni alcuni studi; evidentemente, quindi, anche le istituzioni comunitarie ritengono che il TUV sia del tutto affidabile.
    Contattare l’ente tedesco per chiedere informazioni è semplice - ha infatti sede anche in Italia - e si riceve repentina ed esauriente risposta.
     
    Malgrado l’opinione diffusa, la procedura è piuttosto complessa anche perchè il TUV non può operare in territorio italiano su veicoli italiani. Di conseguenza, è necessario:

    - annullare l’immatricolazione italiana, radiando per esportazione il veicolo dal PRA;
    - trasportare il veicolo in Germania;
    - immatricolarlo in Germania (Si tenga presente che, per usufruire dei servizi del TUV, si deve possedere residenza anagrafica tedesca, oppure appoggiarsi a un conoscente domiciliato in Germania);
    - sottoporre il veicolo a perizia in un centro TUV autorizzato a modificare i dati riportati nel documento tedesco di circolazione;
    - annullare l’immatricolazione in Germania e trasferirla nel nostro Paese, avendo cura di presentare agli uffici della Motorizzazione Civile i nuovi dati tecnici, già confermati in Germania.
    Malgrado il TUV non garantisca la positiva valutazione di tutte le modifiche, fornirà consulenza sugli iter da seguire per rendere il proprio veicolo conforme alle normative vigenti.

     
    Una volta chiarita la procedura, quello che più preme conoscere sono i costi complessivi; si avverte, da subito, che il TUV Italia non fornisce indicazioni precise sul punto, in quanto la pratica non è direttamente seguita dall’ufficio italiano. Vengono comunque forniti i recapiti dei responsabili tedeschi, cui rivolgersi se si volesse avere un preventivo di massima.
    Si tenga presente, tuttavia, che è molto difficile stimare a priori quanto possa costare un’intera procedura di omologazione: molto dipende dalle personalizzazioni apportate e dalle conseguenti prove da effettuare; se poi le modifiche non fossero conformi alle normative e, quindi, non superassero le verifiche tecniche, sarebbero necessari ulteriori interventi sul veicolo, con un ovvio aggravio di costi.
    Navigando in rete, però, è possibile farsi un’idea di quanto potrebbe costare l’omologazione in Germania del nostro ferro: bisogna infatti sommare le spese di trasporto, l’immatricolazione tedesca, quella italiana e l’effettuazione di tutte le prove tecniche che, in base alle modifiche, potrebbero durare anche alcuni giorni. Di conseguenza, nel complesso, il costo potrebbe aggirarsi tra i 4.000 e i 6.000 € a salire; in sostanza, molto dipende da che interventi hanno interessato il mezzo da omologare: meno devono lavorare i tecnici, meno si spenderà.
    Quindi, se sono stati sostituiti pezzi originali con altri omologati, ci sarà poco da controllare, in quanto già si sa che i componenti in sostituzione sono conformi alle normative europee.
    Discorso diverso se sono state effettuate modifiche artigianali: in tal caso, infatti, sarà necessario effettuare ulteriori costose verifiche, soprattutto per quanto concerne la resistenza allo stress dei nuovi dispositivi.

     


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    Veniamo ora a trattare l’altra opzione: omologare in Italia le modifiche alla propria moto.
     
    Tenete presente, da subito, che reperire informazioni sulla procedura è piuttosto difficile: se si volesse soltanto informarsi prima di agire, magari navigando in rete e cercando gli elementi che vi possano far comprendere cosa realmente dovreste fare, non otterreste alcuna risposta; né il sito della Motorizzazione, né quello del Ministero dei Trasporti contengono le informazioni necessarie. Oggi come oggi, fornire uno scadente servizio informativo online è assurdo: gli utenti, infatti, tengono sempre più conto di questi elementi per giudicare lavoro e professionalità di un ente.
    È anche difficoltoso recarsi di persona agli Uffici della Motorizzazione: l’orario di apertura è usualmente dal Lunedì al Venerdì, dalle 09:00 alle 12:00; quindi – chi lavora – o prende ferie, o chiede un permesso, o si licenzia! Senza contare la possibilità di raccogliere risposte vaghe e criptiche, come successo ad alcuni.
    Detto questo, partiamo da una situazione concreta: abbiamo sostituito alcuni componenti della moto e, per prima cosa, bisogna comprendere se dobbiamo o meno aggiornare la Carta di Circolazione.

    Il Codice della Strada disciplina questa eventualità all’art. 78, ai sensi del quale l’aggiornamento è richiesto soltanto qualora siano state modificate le caratteristiche costruttive del veicolo. Ma cosa deve intendersi per “caratteristiche costruttive”? Lo spiega l’art. 236 del Regolamento di Attuazione, il quale richiama “la trasformazione o la sostituzione del telaio” e le altre ipotesi indicate nell’Appendice V, tra cui: modifiche a masse e dimensioni, interventi relativi a prestazioni e impianto elettrico, ecc.

    È quindi molto probabile che, se la customizzazione è stata piuttosto importante, sia obbligatorio aggiornare la Carta di Circolazione.

    In tal caso, i veicoli modificati devono essere sottoposti a visita e prova presso l’Ufficio della Motorizzazione territorialmente competente in base alla ditta che ha proceduto alla modifica; una volta compiute le operazioni di visita, verrà rilasciato apposito certificato di approvazione.
    Se gli interventi sono stati effettuati da più operatori, senza che per ogni fase fosse richiesto il rilascio del suddetto certificato, l’ufficio competente è quello della sede dell’ultima ditta coinvolta. Si tenga presente che ogni costruttore rilascia certificazione degli interventi effettuati; qualora siano intervenuti più costruttori, tale certificazione è costituita dal complesso di tutte quelle relative ai vari stadi di intervento, ciascuna redatta dalla ditta di volta in volta interessata, con firma del legale rappresentante autenticata ex lege.
    Quando poi si tratti di modifiche relative alle masse, al telaio, all’impianto frenante, alla potenza massima del motore o al collegamento di quest’ultimo con la struttura del veicolo, è necessario apposito nulla osta della casa costruttrice del veicolo; si tenga però presente quanto previsto dall’art. 75, comma 3-bis, Codice della Strada: i componenti oggetto di appositi decreti (che ne disciplinano l’approvazione nazionale e le idonee procedure di installazione) sono esentati dalla necessità di ottenere il nulla osta.
    A prescindere da ciò, se quest’ultimo non viene rilasciato per motivi diversi da quelli tecnici, ossia concernenti la possibilità di eseguire la modifica, può essere richiesta a persona abilitata una relazione tecnica che attesti la fattibilità della modifica e che, di fatto, sostituisca il nulla osta. In tal caso, dev’essere effettuata una visita e prova presso l’Ufficio competente anteriormente all’effettuazione della modifica, proprio per accertare la fondatezza di quanto attestato nella relazione.
    Ciò posto – sia che si abbia il nulla osta della casa costruttrice, sia che si abbia la relazione del tecnico abilitato – una volta realizzata la modifica è necessaria apposita visita e prova presso il competente Ufficio della Motorizzazione, cui seguirà – in caso di esito positivo – il rilascio del certificato di approvazione.
    Entro 60 giorni, gli Uffici della Direzione generale della Motorizzazione danno comunicazione delle modifiche effettuate al P.R.A., solo ai fini dei conseguenti adeguamenti fiscali.
    Non resta che aggiornare i dati riportati nella Carta di Circolazione: tale aggiornamento viene eseguito dall’Ufficio provinciale della Motorizzazione cui sia esibito il certificato di approvazione, oppure dall’Ufficio provinciale che ha proceduto all’ultima visita e prova favorevole; l’aggiornamento avviene emettendo un duplicato della Carta, i cui dati risulteranno variati o integrati in base alle modifiche approvate.
    Ciò posto, i documenti necessari per aggiornamento sono:

    -apposita domanda redatta su modello “TT2119” (in distribuzione presso gli Uffici);
    -Carta di Circolazione in originale e sua copia;
    -nulla osta della casa costruttrice (se necessario);
    -dichiarazione dei lavori di trasformazione da parte di un’officina autorizzata dal costruttore;
    -attestazione di pagamento per la prenotazione del collaudo;
    -esito della visita e prova.

    Quindi, perché si opta quasi sempre per un’omologazione straniera delle modifiche, in luogo di quella italiana?
    Semplice, perché la nostra è troppo burocratizzata ed oggettivamente difficile da ottenere: per il nulla osta della casa costruttrice è necessario attendere una vita e, peraltro, difficilmente verrà concesso; le norme applicabili lasciano agli operatori di settore un ristrettissimo spazio per le personalizzazioni; le operazioni di visita e prova molte volte danno esito negativo, soprattutto per i componenti artigianali; ecc.

    Un’eventualità, tuttavia, non è propriamente disciplinata dalla legge: come bisogna agire se le modifiche sono state effettuate da un biker personalmente (senza essere meccanico) e magari utilizzando alcuni pezzi handmade?
    Gli articoli 78 Codice della Strada e 236 Regolamento d’Attuazione contengono termini quali “ditta” o “costruttore”; in sostanza, sembrano far esclusivo riferimento ad operatori professionali e precludere di conseguenza ogni intervento dei privati. Tuttavia, a parere di chi scrive, potrebbe essere applicata la procedura prevista per il mancato nulla osta della casa costruttrice: ci si potrebbe quindi rivolgere a un tecnico abilitato che rediga apposita relazione, cui seguirà una prima visita di fattibilità e una seconda di approvazione della modifica artigianale. Ovviamente, è a tal fine necessario che gli interventi vengano compiuti tra le due visite, altrimenti non si potrebbe effettuare la detta verifica di fattibilità.

    Ma ne vale la pena?
    Tutto ciò considerato, dunque, far omologare le modifiche alla propria moto comporta rilevanti costi in tempo e denaro. La maggioranza dei biker, tuttavia, sogna di poter circolare in totale tranquillità per le strade, senza la preoccupazione di sanzioni per componenti “non proprio conformi” alle normative vigenti; almeno una volta, quindi, tutti o quasi abbiamo pensato di far omologare le nostre personalizzazioni, a prescindere dal modello di moto che possediamo: sta quindi ad ognuno di noi scegliere se e come omologare il proprio mezzo realizzato con tanta fatica e tanto sudore!